Se dico bug a cosa pensi?
Ormai questo termine è utilizzato sempre più spesso, anche fuori dal contesto geek soprattutto dalla generazione zeta per indicare qualcosa che non funziona come dovrebbe.
Il termine bug, nell’ambito della programmazione informatica, è un problema che porta al malfunzionamento di un software. Un programma che presenta più di un errore è definito buggato (in inglese buggy), mentre la sua sistemazione è detta bug fixing.
L’origine di questo nome è davvero curiosa. Letteralmente, dall’inglese, significa “insetto”.
Il primo malfunzionamento di un computer risale al 1947 quando un calcolatore smise di funzionare. Dopo approfondite ricerche, finalmente si trovò la causa: una piccola falena era incastrata fra i relè del calcolatore, impedendo il corretto utilizzo. La falena venne rimossa, incollata con dello scotch nel registro del computer, e venne aggiunta l’annotazione “First actual case of bug being found” (Primo caso di bug trovato).

Come si sistema un bug?
Quando un bug viene scoperto è necessario modificare la parte di codice sorgente che causa il malfunzionamento e poi rilasciare una nuova versione del programma oppure una patch, cioè una sovrascrittura o riscrittura di quella porzione. Le tempistiche di risoluzione dipendono da tanti fattori quali il programma, il tipo di errore ed il programmatore. Se trovate un bug, il modo migliore per far sì che venga risolto è fornire quante più informazioni possibili per permettere agli addetti ai lavori di riprodurlo.
I bug sono raggruppabili in due tipi: semantici e di runtime. Gli errori semantici o logici sono quelli commessi durante la progettazione. Se si sbaglia qualcosa in questa fase, specie negli algoritmi di base, gli errori si propagheranno sistematicamente in fase di sviluppo, generando problemi o non funzionando affatto, anche se il codice è sintatticamente corretto. In questo caso quindi, non è scritto male, ma si comporta in modo errato.
Gli altri errori, detti di runtime, si manifestano durante l’esecuzione del programma e avvengono a causa di valori in input particolari o a causa di un’errata gestione delle memorie. Questi bug sono i più comuni nei videogiochi in quanti nel loro sviluppo è usata la logica della programmazione a eventi secondo la quale, il flusso del programma e le istruzioni da eseguire, sono collegate ai comandi che dà il giocatore e non da pure scelte di programmazione.
Il bug si verifica solamente per un gruppo ristretto di persone e la sua priorità è molto bassa. A volte un bug si presenta solo in determinati casi specifici e senza gravi ripercussioni, in questo caso potrebbe essere antieconomico per l’azienda impiegare molte risorse per correggerlo.

Che cosa sono i glitch?
Il termine glitch (letteralmente “scivolamento”) identifica un errore di picco improvviso e di breve durata di un segnale. È quindi un piccolo disturbo nel funzionamento del programma e si verifica piuttosto spesso quando le grafiche vengono caricate solo parzialmente. La maggior parte dei glitch vengono risolti, con una patch. In alternativa, in alcuni casi anche un aggiornamento della scheda grafica può risolvere il problema se il glitch è riconducibile a software non recenti.
Attenzione però da non confonderlo con il bug! Un glitch non è un errore di programmazione, ma una risposta strana a una scelta progettuale definita durante lo sviluppo. È però possibile che alcuni glitch possano poi far scattare dei bug.
Cosa si intende per debug?
Il termine debug si rifà a molti elementi diversi, ma più letteralmente significa rimuovere i bug dal codice. Essendoci tanti bug differenti, esistono anche molti modi per eseguire questa operazione. Spesso viene utilizzato un debugger, cioè uno strumento di sviluppo che si collega all’app in esecuzione e consente di controllare il codice per capire dove si trova l’errore.
Debuggare porta quindi alla rimozione attraverso modifiche del codice sorgente dell’errore palesato ed è una procedura molto delicata, soprattutto nella fase di modifica, poiché bisogna mantenere integra la struttura del software, senza manomettere i suoi punti chiavi, ma andare a intervenire rimuovendo il bug.

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