Prima di iniziare
Una delle sfide più impegnative e importanti di fare business online è la raccolta di contatti validi e profilati, anche detto lead ovvero un utente di qualità, che ha dimostrato un reale interesse per il contenuto pubblicato tanto da lasciare i propri dati e che potrà nel tempo trasformarsi in un potenziale cliente.
Durante la pianificazione di quest’attività, scegli con cura i canali da utilizzare, ce ne sono molti a disposizione, ma è bene capire quali sono i migliori rispetto al brand e alla propria macro strategia di marketing.
I canali più utilizzati sono:
- Social media
- SEO
- Pubblicità a pagamento
- Contenuti di valore scaricabili attraverso la compilazione di moduli online (e-book, whitepaper, report, guide, checklist e così via).
Spesso però, un buon sito, un giusto posizionamento sui social o una campagna pubblicitaria ben fatta possono generare parecchie visite e dare visibilità al tuo business, ma questo non basta per trasformare l’utente in cliente.
Ricordati che per ottenere i dati dai visitatori, è bene incentivare a lasciare (almeno) nome e mail in cambio di qualcosa. Utilizza i contenuti che hai a disposizione come merce di scambio rispetto a ciò che chiedi a chi compila.
Se dal traffico generato non ricevi conversioni, allora forse stai commettendo alcuni errori, per questo abbiamo raccolto qui i più comuni per aiutarti ad ottimizzare anche questa attività!

Gli errori più comuni
1. Form di contatto sbagliati
Il form è uno strumento da aggiungere al tuo sito web con lo scopo di raccogliere informazioni dell’utente. Scegli quindi attentamente i campi da compilare in modo che non siano in numero elevato (per non scoraggiare chi arriva), ma nemmeno troppo pochi (per non perdere dati per te interessanti). Cerca inoltre di adattare l’elenco in modo funzionale al lead e, se possibile, offri una revenue al termine della compilazione. In questo modo gli utenti saranno più predisposti a procedere!
2. Trascurare la fase di nurturing
La fase di di nurturing è quella in cui vengono effettuate delle azioni nei confronti del lead. Queste possono essere dei follow up tramite un messaggio o una mail di benvenuto oppure l’invio del contenuto promesso.
Se non viene effettuato questo step, l’utente difficilmente tornerà sul tuo sito poichè viene meno la fiducia nei tuoi confronti.
In questi casi possono essere d’aiuto alcuni tool di email marketing automation.

3. Dimenticare le CTA
Ricordati di aggiungere sempre un invito all’azione all’interno di blog post, sito web o landing page. Inserisci un link che rimandi al passaggio successivo del processo, così da guidare l’utente verso il tuo obiettivo. Una buona grafica può certamente invogliare all’azione e migliorare la user experience.
Happy Tips: attenzione però, la CTA dev’essere una e una sola! Aggiungerne troppe creerebbe confusione e darebbe un’immagine poco chiara e ordinata del tuo business.
4. Il troppo stroppia
Dopo che l’utente ha lasciato i dati desiderati, non sommergerlo di mail, comunicazioni e contenuti. Adatta il materiale in base alle richieste ricevute, scegli con cura e attenzioni quali e quante informazioni recapitare per instaurare, con calma, un rapporto di fiducia che possa portarlo a diventare un cliente effettivo.
5. Non includere il blog e i social
In base al punto di partenza della tua attività di lead generation, non dimenticarti di includere anche le altre piattaforme che appartengono al tuo business.
Se il lead arriva da una campagna social, assicurati che la pagina di atterraggio abbia un collegamento al tuo sito web o al tuo blog. Viceversa, ricordati di inserire i link ai tuoi profili social.
6. Non analizzare l’attività
Ricordati che l’analisi rappresenta un punto fondamentale di qualsiasi attività di marketing. Dai dati raccolti puoi conoscere molto sull’andamento della tua strategia.
Per sapere se la tua campagna di lead generation sta raccogliendo i suoi frutti, analizza ROI e ROAS: solo così potrai renderti conto se si tratta di un investimento per il futuro della tua azienda o meno.
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